Manifesto

Diablerie è l’urlo di una bellezza censurata. La progenie di una società mediatica che si ribella contro i propri creatori. Diablerie è una pubblicazione indipendente che promuove la bellezza nel suo naturale opporsi al bigottismo contemporaneo. Il suo valore è il valore che tu sceglierai di costruire. Il suo senso, il tuo senso. Sii parte del cambiamento. Sii Diablerie. Diablerie esiste solo in forma cartacea. Qui, e su tutti i social, non c’è posto per Diablerie. Judith Beheading Holofernes

Manifesto Diablerie. ma cosa è il manifesto del collettivo artistico diablerie e di diablerie magazine?

La censura sui social network è umiliante non perché nasce da bigottismo o pudore – mostri contro cui il lottare è nobilissimo e innalza il valore dell’uomo – ma in quanto frutto del mero interesse economico. Lo scopo della piattaforma è vendere pubblicità, e maggiore è il bacino di utenza, maggiori sono gli introiti. Si censura, quindi, secondo un meccanismo studiato, indifferente all’istanza filosofica del problema, al fine di mantenere la piattaforma adatta ad un pubblico più possibilmente generalizzato. Prendere una posizione di principio contro una macchina del genere è demoralizzante e inutile. 

L’alternativa non è nel sistema, ma al di fuori di esso, nel riscoprire il valore dell’opera materiale. Questa alternativa è un veicolo che permette di godere forse di un millesimo del volume prodotto, ma mille volte più intensamente. La nostra alternativa è dare valore alla qualità piuttosto che alla quantità, all’indipendenza espressiva invece che alle direttive pubblicitarie. Siamo stanchi di censurare, snaturare, amputare. 

Diablerie

Rifiutiamo ogni pensiero religioso in quanto superstizioso.

Non esistono fenomeni morali, ma solo interpretazioni morali dei fenomeni.

I profeti e le chiese sono una menzogna. Li rinneghiamo.

Ogni forma di discriminazione non trova posto tra le persone evolute.

La fotografia non è arte, è linguaggio. Arte è avere qualcosa da dire.

Moriremo tutti.

Il Capitalismo ha fallito.

L’assenza di un senso nell’esistere è una grande opportunità, ognuno è responsabile del valore che dà alle cose.

siamo

La censura sui social network è umiliante non perché nasce da bigottismo o pudore – mostri contro cui il lottare è nobilissimo e innalza il valore dell’uomo – ma in quanto frutto del mero interesse economico. Lo scopo della piattaforma è vendere pubblicità, e maggiore è il bacino di utenza, maggiori sono gli introiti. Si censura, quindi, secondo un meccanismo studiato, indifferente all’istanza filosofica del problema, al fine di mantenere la piattaforma adatta ad un pubblico più possibilmente generalizzato. Prendere una posizione di principio contro una macchina del genere è demoralizzante e inutile. 

L’alternativa non è nel sistema, ma al di fuori di esso, nel riscoprire il valore dell’opera materiale. Questa alternativa è un veicolo che permette di godere forse di un millesimo del volume prodotto, ma mille volte più intensamente. La nostra alternativa è dare valore alla qualità piuttosto che alla quantità, all’indipendenza espressiva invece che alle direttive pubblicitarie. Siamo stanchi di censurare, snaturare, amputare. 

Ma la cosa importante è che noi odiamo Instagram. Cos’è instagram? Il Contrario di Diablerie.

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